LA BELLA PRINCIPESSA DI LEONARDO DA VINCI – Ritratto di Bianca Sforza

Grazia e bellezza, a tratti magnetica ricerca con lo sguardo l’ignaro spettatore.

Bianca è una giovane fanciulla acconciata con una cuffia a rete, e trenzato a nastri incrociati. Il suo volto angelico mostra il suo fascino ancora non maturo e, le linee e le sfumature dei colori, rendono immortale il volto della bella principessa addormentata su pagine di poesia.

Bianca Giovanna Sforza (Bianca Sforza o Bianca Francesca Sforza) – (Lodi, 1482 – Milano, 22 novembre 1496) è stata una nobile italiana, figlia naturale, in seguito, legittimata di Ludovico il Moro duca di Milano e della sua amante Bernardina de Corradis. Sposò nel gennaio 1496 Gian Galeazzo Sanseverino, signore di Bobbio e comandante dell’esercito sforzesco. Morì il 22 novembre 1496 forse a seguito di una gravidanza.

Nel dipinto su pergamena databile circa al 1495, la Bella principessa è stato attribuito al maestro Leonardo da Vinci. Alcuni studiosi farebbero risalire alla Sforza il soggetto di Leonardo e dalla particolare acconciatura elaborata una giovane donna che apparteneva alla corte milanese dell’ultimo decennio del Quattrocento.

L’attribuzione del dipinto al grande Leonardo di Vinci, è da tempo riconosciuta da storici dell’arte e specialisti quali Mina Gregori, Nicholas Turner, Claudio Strinati, Alessandro Vezzosi, che hanno sposato la tesi di Martin Kemp dell’Università di Oxford, tra i massimi esperti leonardeschi. Si deve invece a Vittorio Sgarbi, assessore alla cultura del comune di Urbino e buon amico di Peter Silverman (il collezionista privato proprietario dell’opera), lo “sbarco” del dipinto in Italia per la sua prima apparizione pubblica, nella sala del trono della città marchigiana. “Schiettamente leonardesca, profondamente autentica“. Così Sgarbi definisce l’opera, realizzata tra il 1455 e il 1499 per la Sforziade, codice celebrativo in pergamena della nobile famiglia milanese, conservato nella Biblioteca Nazionale di Varsavia per complesse vicende ereditarie. “Tutti si chiedono se dietro la Bella Principessa c’è la mano di Leonardo. Per me la domanda è: è autentica o è un falso?” – prosegue. “E’ l’unica opera vera emersa negli ultimi dieci anni, anni in cui abbiamo vissuto ogni tipo di cospirazione leonardesca, la spasmodica ricerca dell’attribuzione a fini speculativi e/o di scoop mediatici. Non ci sono documenti che comprovano la paternità anagrafica e artistica, ma la pertinenza è indubitabile, come la qualità dell’opera”. Un segnale in questa direzione è dato dalla stima economica della Bella Principessa, che sul mercato antiquario avrebbe raggiunto la quotazione stratosferica di 130 milioni di sterline. In occasione della mostra urbinate, grazie ad un accordo col proprietario, è stata assicurata per 110 milioni di euro. “Stilisticamente ha corrispondenze formali con opere coeve come i ritratti di Isabella d’Este e della Belle ferronière del Louvre – aggiunge Sgarbi – ma quand’anche fossimo davanti alla mano di Ambrogio de Predis, il primo tra i seguaci di Leonardo (autore di un raffinato ritratto di dama un tempo identificata in Bianca Sforza, e del profilo del giovane Massimiliano Sforza) resta un capolavoro certamente di ambito leonardesco. Quello che colpisce è l’aura che c’è intorno all’opera”. E’ quell’effetto che Sgarbi paragona alla solarizzazione dei contorni alla Man Ray: un’inversione tonale che Leonardo riesce a ottenere con l’uso del colore e la resa dello sfumato. L’accostamento tra il Leonardo ritrovato e la città di Urbino, protagonisti entrambi del Rinascimento, non è casuale. La città dei Montefeltro punterà ancora in futuro sulla riscoperta dei grandi artisti del Quattro e Cinquecento. “Leonardo a Urbino, come Raffaello o Piero Della Francesca, è Leonardo che torna ad Urbino, città ideale e universale”, afferma Sgarbi. Dopo la caduta degli Sforza Leonardo fu al seguito di Cesare Borgia, che lo aveva ingaggiato in qualità di consigliere e ingegnere per sistemare rocche, castelli e mura delle città conquistate nelle Marche e in Romagna. Nel 1502 il genio fiorentino trascorse alcune settimane a Urbino dove ebbe modo di eseguire un rilievo molto accurato della cinta muraria e delle architetture di Palazzo Ducale. Secondo alcune recenti, suggestive interpretazioni è lo stesso paesaggio del Montefeltro, studiato durante quel soggiorno, a far da sfondo al ritratto della Gioconda, che sarebbe stata in realtà Pacifica Bandani, amante di Giuliano de’ Medici e originaria di Urbino. Uno dei tanti misteri ancora irrisolti del maestro del Rinascimento.

URBINO E LA BELLA PRINCIPESSA by Strega Meroe

Culla del rinascimento italiano e della sublime bellezza, Urbino si erge fra due colli, immersa dalla natura più colorata e viva. Piccole vie incorniciate da elaborate finestre, mostrano tutto il loro passato, conducendomi come per magia al fiabesco Palazzo Ducale, fatto costruire dal duca Federico da Montefeltro. Piccolo uomo ma grande ego! 🙂 Ci sono uscita qualche secolo fa, ma tra una moglie e l’altra, è sempre stato indaffarato e sinceramente, detto tra noi, io ho sempre preferito i principi ai duchi! Urbino è sempre stata nel mio cuore e vi assicuro che tante mie amiche streghe ci sono state alla ricerca di tranquillità o di qualche grimorio. Qui vi mostrerò la mia passeggiata alla ricerca della Bella Principessa sperando possa esservi d’ispirazione.


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