Viaggio della Strega Meroe

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VIAGGIO DELLA STREGA MEROE

Scusatemi per tutte le informazioni che vi ho scritto sopra! ma credo sia importante capire quale grande uomo abbia dato vita a questi castelli da favola! Ludwig era un grande sognatore a amava la bellezza ricercando non solo luoghi fiabeschi ma trasformandoli in vere e proprie favole. Come sua cugina Sissi, Ludwig è riuscito a trasmetterci tutta la  forza e immaginazione grazie alla sua immaginazione, una cosa non da poco vero?

Io conosco molte streghe che abitano in castelli molto belli, ma vi assicuro che quando sono stata lì ero sbalordita da tale perfezione. A cavallo della mia scopa, dall’alto vedevo ben distinti due colori echeggiare nel buio della notte: una macchia azzurra e una arancio. Più mi avvicinavo e più le macchie prendevano forma trasformandosi in castelli. Non c’era solo il castello di Neuschwanstein ma vicino c’era anche un’ altro castello, quello di Hohenschwangau.

Ora vi dirò di più sul mio viaggio invernale a cavallo della mia fidata scopa Evi  

Prima di partire vi consiglio una lettura ed un film che vi porterà direttamente in quei luoghi e vi staranno accanto quando camminerete immersi nelle Alpi.

Il libro si chiama “Ludwig: Genio e follia di un re” di Greg King edito da Mondadori.

“Poco interessato agli affari di stato, ma follemente appassionato di arte e musica, Ludwig II Wittelbach, ultimo vero sovrano di Baviera, È passato alla storia per la sua amicizia con Richard Wagner e per la vita tragica e romantica, destinata a concludersi in maniera violenta e misteriosa. In quest’opera il biografo King ripercorre l’esistenza romanzesca dell’infelice monarca, ricostruendone le vicende umane e politiche e fornendo anche una nuova suggestiva interpretazione della sua enigmatica morte.”

Il film è un capolavoro del cinema mondiale: “Ludwig” di Luchino Visconti del 1973. Produzione monumentale, scenografia da incanto e cosa assai rara è la somiglianza, in modo impressionante, degli attori con i veri protagonisti ( Helmut Berger, Romy Schneider, Trevor Howard e Silvana Mangano).  Vi regalo una piccola chicca: proprio all’interno delle sale del castello di Neuschwanstein,  Visconti girò il film (uno specchio porta ancora i segni di quelle riprese, infatti fu leggermente rovinato da uno dei fari usati per l’illuminazione).

“Elisabetta d’Austria: Quanto è costato in tutto?
Ludwig: Costato cosa?
Elisabetta d’Austria: Questo spettacolo! Wagner, il suo direttore d’orchestra, tutta la sua famiglia, la casa per Wagner, per il direttore, per la sua famiglia!
Ludwig: Ma che domande mi fai? Che cosa importa? È stato un trionfo.
Elisabetta d’Austria: Ah, un trionfo! I trionfi si dimenticano presto e non c’è niente di meglio poi per scatenare le critiche più feroci, qui addirittura le critiche sono incominciate ancora prima dei trionfi!
Ludwig: Tu! E sei tu a preoccuparti delle critiche più o meno maligne che la gente può fare?
Elisabetta d’Austria: Sì, quando sono giuste. Quali sono le tue aspirazioni? Quelle di passare alla storia per merito di Richard Wagner? Come mia suocera con i suoi ridicoli pittori? Se il tuo Richard Wagner vale quanto hai detto non ha certo bisogno del tuo aiuto! La tua patetica amicizia con lui ti da solo l’illusione di aver creato qualcosa di importante. Come io servo a darti l’illusione di un amore. Tu non puoi stare solo, io per te dovrei essere l’amore impossibile e fornire così una giustificazione alla tua coscienza. Hai bisogno di aiuto che io non posso darti. Sposati, sposa Sophie.
Ludwig: Ma io… non ho mai amato un’altra donna, solo te.
Elisabetta d’Austria: L’amore è anche un dovere, e il tuo dovere è quello di costruirti una realtà. Dimentica i sogni di gloria, i regnanti come noi non hanno storia. Servono di parata, ci dimenticano presto, a meno che non ci diano un minimo di importanza assassinandoci.”

PARTENZA

Un giorno mi svegliai d’impulso dal mio letto e davanti a me un fantasmino mi si presentò, dicendomi che voleva vedere un nuovo castello da infestare! Io ero ancora addormentata e senza i miei caffè mattutini avevo difficoltà ad ascoltarlo. Dopo averli bevuti, assecondai il piccolo fantasma. Le sue richieste mi rubarono un sorriso e solo allora capii che quel fantasmino, aveva bisogno di un castello da fiaba!

Mi misi alla ricerca di tantissimi castelli e solo allora vidi, in mezzo a pagine impolverate, il favoloso castello di Neuschwanstein. In quel grimorio c’era una nota assai bizzarra e ridendo la feci leggere al mio grazioso amico:

“Il castello è “Made in Ludwig II” ed è possibile infestarlo solo per 3 giorni in una vita spettrale. Le streghe non possono abitarci, ma per qualunque informazione rivolgetevi ai servitori”.

Il fantasmino felice di evadere dalla sua lunga esistenza sorrise e subito dopo partimmo per questo nuovo viaggio.

A cavallo della scopa io salii fino a Bologna, poi andai fino al Brennero e da lì costeggiammo Innsbruck e tutte le rigogliosi Alpi per giungere a Füssen e a Schwangau (“contea del cigno”).

Arrivammo al calar del sole e grazie alla scatola magica, prenotai un hotel a Schwangau, vicinissimo ai due castelli e alla vicina Füssen. l’hotel Bei Weirich si trova in Füssener Str. 108,  è una casa tipica bavarese e dista solo 5 minuti di volo dai castelli di Neuschwanstein e Hohenschwangau. Le camerette in stile rustico non sono pretenziose ma comode per un breve soggiorno come il nostro! Al nostro arrivo, un signore anziano ci diede il benvenuto e io capii subito che era il proprietario e visto che il mio tedesco era ahimè arrugginito dai tempi di Albrecht Dürer mi suggerì tutto il fantasmino. Traducendomi mi disse che l’hotel era a conduzione familiare e che per qualunque cosa avrei potuto rivolgermi a lui in quanto gestore dell’attività. Salimmo in camera e vestendoci pesantemente recuperammo la mia amata scopa e da lì girammo per tutta la notte tra i castelli e nel borgo di Füssen.

Füssen aveva diversi pub-ristoranti dove trovammo ogni tipo di leccornia tipica: Schweinshaxe mit Sauerkraut (stinco di maiale con crauti), Rumfordsuppe (minestra di orzo e verdure), Bayerische Kartoffel (patata bavarese), Nürnberger Rostbratwürste (würstel alla griglia), Wollwurst (würstel bianchi grigliati) e molti altri!

Finito di cenare abbiamo girato per quelle antiche mura e così scoprimmo che il borgo era costeggiato da un delizioso lago. Arrivammo fino al Hohes Schloss (Castello alto), e leggendo i diversi cartelli scoprimmo che era la prima residenza estiva dei principi-vescovi di Augsburg e d era uno dei più antichi e meglio conservati complessi dell’età tardo gotica della Svevia. Oggi il castello ospita parte della collezione dei dipinti bavarese, che si concentra sui capolavori del periodo tardo gotico-rinascimentale. Al di sotto del castello si trova lo Hohes Schloss, un ex monastero benedettino di San Magno di Füssen (Sankt Mang) in stile barocco, la cui storia risale solo al nono secolo.

Il paesino era incantevole, suoni di campane e illuminazioni aranciate congelavano il borgo ad un’epoca passata.

VISITA AI CASTELLI 

La notte passata in hotel era stata meravigliosa, senza aspettarcelo in piena notte la città si colorò di fuochi d’artificio ininterrotti. Era il 31 dicembre. Con occhi sbarrati mi emozionai a vedere tutta quella bellezza che si espandeva per tutte le Alpi. Alla mattina ci svegliammo presto e di corsa scesi le scale per andare a visitare i castelli con il mio fantasmino. Tutto era chiuso, essendo il 01 di gennaio ma a noi non importò e come delle persone senza poteri magici camminammo per la montagna e ad ogni passo lo spettacolo era sempre più affascinante: laghi, montagne vertiginose, fiumi ( tra i quali spicca per bellezza il piccolo Alpsee), alberi dall’aspetto umano si dislocavano come per magia e solo allora si manifestò davanti a noi il castello di Neuschwanstein. Per godere di una splendida vista sul castello occorre raggiungere il ponte di Maria (Marienbrücke), così chiamato in onore della regina Maria, madre di Ludwig II, che è sospeso sopra la gola del Pöllat.

Il castello di Neuschwanstein è uno dei simboli della Baviera nonché della Germania nel mondo. E’ il castello delle favole per eccellenza, fatto costruire dal “re delle favole” Ludwig II (1845-1886) a partire dal 1869 su progetto dello scenografo Christian Jank. L’idea di edificarlo sullo stile delle antiche residenze feudali tedesche venne al monarca dopo essere rimasto quasi folgorato da una visita nel 1867 alla fortezza medievale di Wartburg in Turingia.

Il fantasmino era entusiasta del castello e iniziò vertiginosamente a volare sopra la torre. Da una finestrella i fantasmi-servitori ci invitarono a tornare il giorno seguente per poter visitare il castello e allora scendemmo per andar a vedere il castello di  Hohenschwangau.

Piccolo e dai toni caldi era posto più in basso dal castello di Neuschwanstein ma non meno bello di quest’ultimo.

Originalmente il castello di Hohenshwangau era la  fortezza medievale di Schangau, già nominata nel XII secolo; con il passare dei secoli, cambiò più volte proprietario fino all’abbandono ed alla rovina.

Nel 1829 Massimiliano II, padre di Ludwig II lo riscoprì, ne acquistò la proprietà e lo fece restaurare; grazie a lui, il maniero fu trasformato in un palazzo divenendo un luogo di grande bellezza.

LA SERA DEL 01 DELL’ANNO

Tornando a Füssen al tramonto a cavallo della scopa, una manifestazione ci bloccò per lo stupore! Sul lago centinaia di persone portavano delle fiaccole e davanti a tutti un grande 2017 anch’esso di fuoco. L’aria era gelida e il solo pensiero di quelle persone in acqua mi fece congelare le mani! Delle persone, in riva al lago, vestite in abiti tipici bavaresi iniziò a sparare verso il cielo e solo allora decisi di scendere, per non spaventare troppo la mia amica scopa. Sulla riva centinaia di persone assisteva a quella parata e tra canti e applausi tutti erano felici dell’arrivo del nuovo anno. I bambini correvano giocando, le madri assistevano con i mariti a braccia alzate e tutto veniva scosso dal suono degli spari che emanavano fumi dalle infinite tonalità. Restammo lì fino al gran finale: fuochi d’artificio così grandi che prendevano l’intero paesino. Terminato l’evento io e il fantasmino andammo a mangiare con tanta soddisfazione.

IL CASTELLO DI LUDWIG II E IL RITORNO A CASA

Dopo esserci svegliati siamo andati a far colazione al ristorante dell’hotel e il volto del proprietario, colmo di un sorriso gentile, ci servì la colazione al tavolo. Dopo esserci rifocillandoci e dopo aver salutato il padrone di casa siamo partiti alla scoperta del castello che il fantasmino tanto desiderava.

Arrivati al ticket verso le nove e mezza era già tutto pieno e le file erano chilometriche. Vi consiglio di acquistare il biglietto sulla “scatola magica” prima di arrivare, perchè la fila è veramente infinita e a dimostrarlo erano i cavalli della carrozze spossati davanti a noi! Aspettammo per un lungo periodo fin quando non arrivò il nostro turno.

A bordo della carrozza siamo saliti come dei veri reali, seppur era stipata di persone.

All’interno del castello tutto era uno sfarzo,  la sala del trono in stile bizantino era stata progettata da E. Ille e J. Hofmann. I gradini di marmo di Carrara conducono ad un enorme abside che nel progetto iniziale doveva sovrastare un trono d’oro e d’avorio. I dipinti appesi sono opere di W. Hauschild e raffigurano i dodici Apostoli e sei re canonizzati. Proprio al centro dell’abside c’e’ la raffigurazione di Cristo con Maria e accanto a Giovanni. Dall’altra parte della sala si può ammirare il dipinto rappresentante “La lotta di San Giorgio con il drago”. In questo quadro, a sinistra sopra la roccia, si può vedere il quarto castello progettato dal re, la rocca di Falkenstein, la cui edificazione doveva iniziare nel 1886 ma nello stesso anno Ludwig morì e non se ne fece più nulla. Nel grande candelabro a forma di corona bizantina sono inserite 96 candele.  Il pavimento in mosaico è stato realizzato utilizzando oltre due milioni di tessere.

Nella sala da pranzo troviamo una serie di dipinti raffiguranti scene della leggendaria gara poetica dei cantori svoltasi a Wartburg nel 1207. Richard Wagner si è ispirato a questo tema ed alla leggenda del Tannhäuser per creare una delle sue più belle opere. I quadri sono opera del monacense Ferdinand Piloty, il più famoso dei pittori che ha lavorato nel castello. Sopra la porta, ricoperta da tende in seta color rosso vino, è rappresentato metaforicamente Wolfram von Eschenbach, il poeta del “Parsifal” e del “Lohengrin”. Sopra un’altra porta, attraverso la quale si entra nella camera dei servitori, è raffigurato Gottfried von Strassburg, l’autore di “Tristano e Isotta”. Il tavolo della sala da pranzo è classico, diversamente da quelli dei castelli di Herrenchiemsee e Linderhof dove un’ingegnosa opera di ingegneria li fa scorrere dalla sala da pranzo direttamente nelle sottostanti cucine e viceversa in modo tale che nessun servitore potesse disturbare il re mentre mangiava.

Ludwig aveva una predilezione per le camere da letto sfarzose e per questo quella realizzata a Neuschwanstein in stile tardo gotico è ornata da meravigliosi intagli in legno di quercia che si possono ammirare principalmente sul baldacchino del letto, sul lavabo, sulla colonna centrale e sulla sedia di lettura. In questa sola stanza hanno lavorato 14 intagliatori per ben quattro anni. Gli intagli ai piedi del letto rappresentano la risurrezione di Cristo ed alludono alla relazione simbolica fra il sonno e la morte. Le tende, le tappezzerie e le coperte in blu bavarese (il colore preferito del re) sono ornate da ricami rappresentanti lo stemma della Baviera, il cigno ed il leone dei Wittelsbach. Il lavabo era provvisto di acqua corrente e l’acquedotto era alimentato da una sorgente situata a circa 200 metri sopra il castello. La finestra del balcone della camera da letto offre una magnifica vista sulla gola di Pöllath con la sua cascata di 45 m; dietro la gola si può vedere il massiccio del Säuling (2045 metri).

Attraverso una finta grotta di stalattiti e stalagmiti e passando davanti al piccolo giardino d’inverno, si accede al soggiorno reale, costituito da un ampio salone principale e da una saletta, separata da colonne, soprannominata “angolo dei cigni”. Il tema delle pareti murali è tratto dalla leggenda del Lohengrin: sopra la stufa è ritratto l’arrivo di Lohengrin ad Anversa, di fronte il miracolo del Graal. Le porte della grande libreria, realizzate in stile romantico, sono ornate da dipinti relativi alle leggende di Tristano e Isotta e di Sigfrido.

Per la costruzione della sala dei cantori fu preso a modello il castello di Wartburg. I dipinti della sala e del corridoio del palco si ispirano alla leggenda di Parsifal. La scena “Il giardino incantato di Klingsor” è opera di Christian Jank. Sopra le due porte presso il palco si trova lo stemma della famiglia reale con l’iscrizione “Ludwig II, re di Baviera, conte Palatino”. Questa iscrizione è l’unica nel suo genere in tutto il castello. Quando Ludwig era in vita questa sala – illuminata da più di 600 candele – non venne mai utilizzata; soltanto nel 1933, in occasione del 50° anniversario della morte di Wagner, si tenne un primo grande concerto, al quale ne seguirono altri fino allo scoppio della seconda guerra mondiale.

Per approfondire la conoscenza di Ludwig II e dei Wittelsbach, consiglio di visitare il Museum der bayerischen Könige (Alpseestraße 27, Hohenschwangau), il Museo dedicato ai Re bavaresi che si trova ai piedi del castello e si affaccia sullo scenografico Alpsee. Tra i pezzi più interessanti, spiccano un imponente servizio da tavola in bronzo dorato dedicato alla saga dei Nibelunghi e il mantello di velluto blu che Ludwig II utilizzava come gran maestro dell’Ordine di San Giorgio.

Il fantasmino era tanto felice di essere lì che ad un certo punto scomparì per andare a salutare i suoi colleghi fantasmi e solo dopo aver terminato la visita tornò da me abbracciandomi. Sarebbe rimasto al castello in compagnia dei suoi nuovi amici dove la bellezza regnava incontrastata. Con un sorriso lo salutai e tornai a cavallo della mia scopa a casa, ma prima di farlo ovviamente mi sono comprata una marea di souvenir e libri, così la prossima volta potrò assaporarmi ancora di più quel magico castello.

Castello di Hohenschwangau (orari di apertura)

23 marzo – 15 ottobre (estate) tutti i giorni dalle 8:00 alle 17:30
dal 16 ottobre (inverno) tutti i giorni dalle 9:00 alle 15:30
Chiuso il 24 dicembre

Castello di Neuschwanstein (orari di apertura)

23 marzo – 15 ottobre (estate) tutti i giorni dalle 8:00 alle 17:00
dal 16 ottobre (inverno) tutti i giorni dalle 9:00 alle 15:00
Chiuso il 1 gennaio e il 24, 25 e 31 dicembre

Castello di Neuschwanstein (prezzi)

Adulti EUR 12,00
Bambini sotto i 18 anni gratis
Studenti, anziani oltre i 65 anni e disabili EUR 11,00
Gruppi (minimo 15 persone) EUR 11,00
Guide turistiche e navette gratis

Castello di Hohenschwangau (prezzi

Adulti EUR 12,00
Bambini sotto i 18 anni gratis
Studenti, anziani oltre i 65 anni e disabili EUR 11,00
Gruppi (minimo 15 persone) EUR 11,00
Guide turistiche e navette gratis

Musei (prezzi)

Adulti EUR 9,50
Bambini e riduzioni (bambini sotto i 12 anni) EUR 8,00
Gruppi (minimo 15 persone) EUR 8,00
Biglietto famiglia (2 adulti più il loro figli sotto i 18 anni) EUR 19,00
Museo + entrambi i castelli EUR 29,50

*Consiglio di acquistare i biglietti tramite il sito internet il giorno prima. I tempi di acquisto del biglietto sono molto lunghi ed è possibile farli solamente alla biglietteria di Hohenschwangau posta sotto il castello.  Sul retro del biglietto troverete stampato il numero della vostra visita e l’orario.
I biglietti sono validi solo per la visita data.  Tutte le visite al castello sono previste da guide.
Potete scegliere tra visite guidate in tedesco o inglese, e visite con guida audio in tedesco, inglese, giapponese, francese, spagnolo, italiano, portoghese, olandese, russo, polacco, ceco, mandarino e ungherese.

 


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