Introduzione

Indice

Penso che se io morissi | e che con i miei mali finisse | il desiderio | un amore così grande si spegnerebbe | e il mondo intero rimarrebbe | senza amore.

Yo pienso si me muriese | Y con mis males finase | Desear | Tan grande amor fenesciese | Que todo el mundo quedase | Sin amar.

 Lucrezia Borgia, versi dedicati a Pietro Bembo

Su Lucrezia Borgia si sono ipotizzate, nelle più svariate epoche storiche, molteplici congetture ma nessuno ha mai veramente svelato il suo mistero. Per la storigrafia dell’ottocento, i Borgia, hanno incarnato nella loro figura la lussurria più sfrenata, il potere a discapito di altri (machiavellismo), omicidi, situazioni al limite dell’eresia. La stessa reputazione di Lucrezia venne messa a dura prova con l’accusa di incesto con il padre e tutto ciò avvenne quando aveva solo 13 anni. A rivolgerla è stato proprio il primo marito, Giovanni Sforza signore di Pesaro. Da dama lussurriosa, vendicativa, affascinante, viziata si aggiunse in seguito la fama di avvelenatrice, dovuta in particolare alla tragedia omonima di Victor Hugo, musicata poi da Donizetti: in questo modo la figura di Lucrezia dai capelli colore dell’oro venne associata eternamente a quella di femme fatale, partecipe in prima linea dei crimini della propria famiglia.

“La sorella era degna compagna del fratello. Libertina per fantasia, empia per temperamento, ambiziosa per calcolo, Lucrezia bramava piaceri, adulazioni, onori, gemme, oro, stoffe fruscianti e palazzi sontuosi. Spagnola sotto i capelli biondi, cortigiana sotto la sua aria candida, aveva il viso di una madonna di Raffaello e il cuore di una Messalina.” (Alexandre Dumas padre)

Prima di parlare di Lucrezia Borgia vi consiglio di leggere “Lucrezia Borgia. La sua vita e i suoi tempi” edito dalla Mondadori. Il libro, vincitore del Premio Viareggio nel 1939, narra della vita di Lucrezia Borgia dall’epoca dell’elezione di Papa Borgia nel 1492, fino alla morte della donna, avvenuta nel 1519. Se avete occasione di seguire una serie televisiva vi consiglio di guardare “I Borgia”  diretto da Tom Fontana. La serie è una coproduzione internazionale franco-tedesca girata a Praga, ai Barrandov Studios e a Roma (Cinecittà).

 

LUCREZIA BORGIA

La grazia di Lucrezia venne lodata dai relatori del tempo:

“porta la persona così soavemente che par non si mova”

Lucrezia nacque a Subiaco, una cittadina vicino a Roma nel 18 aprile 1480.  Conosciuta al mondo come figlia del cardinale spagnolo Rodrigo Borgia, arcivescovo di Valencia, diventato nel 1492 Papa della Chiesa cattolica con il nome di Alessandro VI Borgia. La madre, che oltre a lei ebbe altre due figlie, si chiamava Vannozza Cattanei (soprannome di Giovanna Cattanei) ed era l’amante di Rodrigo per quindici anni.

“I commentatori dell’epoca parlano di lei come di una donna di grande avvenenza, dai capelli biondi, occhi chiari, dotata di un fascino conturbante e di una opulenta bellezza. Una bellezza alla quale il cardinale Rodrigo non poteva certo rimanere insensibile, tant’è che dopo anni di scorribande sessuali e amanti fugaci decise di fare di Vannozza la sua concubina ufficiale, rimanendo legato a lei per un lungo periodo della sua vita.”

La bambina dai capelli biondi come la madre, venne battezzata con il nome di Lucrezia e fu l’unica figlia femmina che Rodrigo ebbe da Vannozza. Lucrezia aveva tre fratelli di sangue: Cesare e Giovanni e il piccolo Goffredo. Rodrigo Borgia in realtà aveva avuto altri tre figli, nati da madri ignote e maggiori di età rispetto a quelli avuti da Vannozza: Pedro Luìs, Girolama e Isabella, i quali ebbero pochi rapporti con gli altri fratellastri. Rodrigo, pur riconoscendoli segretamente al momento della loro nascita, nascose bene, l’esistenza dei figli, tanto che un messo mantovano, nel febbraio 1492, parlava di Cesare e Juan come nipoti del cardinale.

Tra Lucrezia e Cesare esisteva un sentimento di reciproco amore e fedeltà che li legò fin da piccoli, aumentando il vociferare delle persone. Possedeva la stessa sensualità e l’indifferenza alla morale sessuale del padre e dei fratelli, ma sapeva anche dimostrarsi gentile e compassionevole diversamente da loro.

“Riguardo l’incesto con i fratelli, ci furono insinuazioni maligne sul fatto che Cesare avesse fatto uccidere il fratello Giovanni non solo perché intralciava i suoi piani politici, ma perché geloso, poiché era preferito «nell’amore da madonna Lucrezia sorella comune» dice il Guicciardini nella sua Storia d’Italia. Come scrive una biografa inglese di Lucrezia, Sarah Bradford, il rapporto che legava i fratelli Borgia era molto stretto, in particolare quello fra Cesare e Lucrezia: «che avessero commesso incesto o no, senza dubbio Cesare e Lucrezia si amavano più di quanto amassero chiunque altro e mantennero la reciproca fedeltà fino alla fine”

Allevata da Adriana Mila (vedova del nobile Ludovico Orsini. Assoggettata interamente agli interessi di Rodrigo, fungeva da guardiana di Lucrezia, così favorendo la relazione amorosa del cardinale con la quattordicenne Giulia Farnese Orsini, sua nuora). Lucrezia ricevette la migliore istruzione dell’epoca: lo studio delle lingue tra le quali lo spagnolo, il francese, l’italiano e il latino, ma anche la musica, la poesia, la danza, il disegno e il ricamo. Le venne insegnato anche a esprimersi con eleganza ed eloquenza. Nel convento di San Sisto apprese inoltre le pratiche religiose fondamentali per un’istruzione completa.

All’età di soli undici anni Lucrezia venne promessa in moglie due volte a pretendenti spagnoli ma con la nomina di Papa, Rodrigo cambiò i suoi piani. Il cardinale Ascanio Sforza propose al Papa suo nipote, Giovanni Sforza, il ventisettenne duca di Pesaro. Grazie a queste nozze, Alessandro VI avrebbe stipulato un’alleanza difensiva dello stato della Chiesa (25 aprile 1493) a prevenzione dell’ invasione francese per opera di Carlo VIII.

Lucrezia ricevette dal padre il palazzo di Santa Maria in Portico dove Adriana Mila dirigeva la casa e la sua amica Giulia Farnese le faceva da dama da compagnia. Ben presto la casa divenne un punto di ritrovo mondano, frequentato da parenti, amici, adulatori, nobili gentildonne e inviati di case principesche. Fra questi inviati, mentre era in visita a Roma nel 1492, giunse da Lucrezia anche Alfonso d’Este, colui che sarebbe diventato il suo terzo marito.

CONTESSA DI PESARO

Nel 1493 Lucrezia Borgia, che al momento delle nozze aveva solo 14 anni si sposò con Giovanni Sforza facendola diventare Contessa di Pesaro. Il loro matrimonio durò solo quattro anni, perché il padre della sposa e signore feudale di Giovanni, mirava ad un matrimonio più cospicuo per la propria famiglia e fece annullare il vincolo, costringendo Giovanni a giurare che il matrimonio non era stato consumato per sua impotenza, in caso contrario avrebbe provveduto a rendere sua figlia vedova. Giovanni Sforza allora accusò il Papa di incesto con la figlia. Ludovico il Moro, reggente del Ducato di Milano,  fece cadere l’insinuazione per evitare scandali e propose al cugino Giovanni di dimostrare di essere in grado di consumare il matrimonio, una prova innanzi a testimoni ma si oppose. Nel frattempo Lucrezia si rifugiò nel convento di San Sisto, per sfuggire al clamore suscitato dalla sua vicenda matrimoniale. Nel convento, alla metà di giugno, ricevette la notizia dell’omicidio di suo fratello Giovanni, il cui mandante non fu mai scoperto. L’annullamento comportò un elevato prezzo per la reputazione di Lucrezia. In pochi credevano all’impotenza del conte di Pesaro e che lei fosse inviolata, così i pettegolezzi sull’incesto si sparsero a macchia d’olio.

La famosa accusa di aver avuto una relazione incestuosa con il padre fu lanciata da Giovanni Sforza contro il Papa durante il processo di annullamento di nozze con Lucrezia, durante il quale il signore di Pesaro era stato accusato di impotenza. Gli storici filoborgiani hanno etichettato le parole del conte di Pesaro come semplici calunnie, lanciate durante uno scatto d’ira dovuto all’orgoglio ferito. Non sarebbe stato considerato, scrive Maria Bellonci (nota biografa di Lucrezia), «tutto il contegno dello Sforza, dalle mille reticenze dei primi tempi, dalle allusioni misteriose alla causa della sua fuga, fino alla sua confessione a Milano», ma anche «i continui riferimenti» successivi, prosegue la Bellonci, «stanno a provare una certezza che era in lui, viva presente e maledetta» D’altra parte, è stato supposto che Giovanni Sforza possa aver scambiato per amore incestuoso le attenzioni calorose del Papa per la figlia. Alessandro VI possedeva infatti un’indole carnale e istintiva ed era solito manifestare il suo affetto verso i figli ed in particolare verso Lucrezia con eccessivo trasporto, ma anche il suo delirio per il duca di Gandia (e poi per Cesare) «par quasi accecamento d’innamorato». Maria Bellonci si chiede se lo Sforza «avesse qualche cosa in più che vizi e sospetti», ma fa notare che, pur accusando il papa, Giovanni non incolpò direttamente la moglie ed anzi più volte richiese al pontefice di riaverla con sé: «si avranno ragioni di credere che ella dovesse essere salvata, o che nulla fosse accaduto e tutto si limitasse a sospetti, o, nella più infernale delle ipotesi, che in lei ci fosse solo l’errore di uno smarrito e soggiogato assertimento; la coscienza il desiderio e la responsabilità dell’incesto restando, se mai, dall’altra parte».

Pochi mesi più tardi, Lucrezia fu coinvolta in un nuovo scandalo. Il 14 febbraio 1498 fu infatti ritrovato nel Tevere il cadavere legato mani e piedi di Pedro Calderón, chiamato familiarmente Perotto, un giovane servitore spagnolo del papa. Secondo il maestro delle cerimonie papali Burcardo il giovane «era caduto nel Tevere non certo di sua iniziativa», aggiungendo che «in città si è fatto un gran parlare». Nei suoi Diarii, il veneziano Marin Sanudo racconta che insieme a Perotto sarebbe stato ritrovato anche il corpo di una delle dame di Lucrezia di nome Pantasilea. Molti relatori indicarono Cesare come mandante del duplice omicidio per ragioni strettamente attinenti a Lucrezia, che probabilmente era rimasta incinta del giovane spagnolo. Dal momento che in quel periodo si stavano organizzando le seconde nozze di Lucrezia, Cesare non avrebbe permesso a nessuno di intralciare i progetti suoi e del padre sulla sorella e per questo si sarebbe vendicato sulle persone responsabili della vicenda.

In un rapporto datato 18 marzo, un relatore ferrarese informò il duca Ercole del parto della figlia del papa. Del bambino che sarebbe nato nel convento di San Sisto, la cui esistenza sarebbe provata dalla tragica fine di Perotto e Pantasilea, non si seppe più nulla, anche se alcuni storici l’hanno identificato con l’infans Romanus, Giovanni Borgia, figlio d’Alessandro VI e quindi fratellastro di Lucrezia, nato in quel periodo, che ella accudirà sempre con grande affetto.


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