Libro delle Ombre

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Abbiamo sentito dire da tantissime streghe che il libro delle ombre è fondamentale se non essenziale per loro, ma che cosa è in realtà? Il Libro delle Ombre o Book of Shadows nella tradizione gardneriana della wicca (“religione della natura” o, più raramente, “antica religione”), era un libro pubblicato dal 1954 da Gerald Gardner, è il testo che racchiude i principali rituali della sua tradizione.  Gardner affermava di essere stato iniziato nella New Forest Coven, una congrega appartenente a un’antica tradizione misterica (definita come “l’antica religione”), che aveva perpetuato i culti esoterici, perseguitati come stregoneria dalle autorità politiche e religiose, culti che a loro volta erano imperniati sulle religioni pagane dell’Europa antica. Il titolo Book of Shadows fu coniato dallo stesso Gardner, prendendo spunto da un libro indiano dal titolo pressoché identico, ma di argomento differente, presente nella sua biblioteca personale.

Solo in seguito, il termine: “Libro delle Ombre” fu usato da altre tradizioni wiccan per indicare un testo analogo. Con le tradizioni moderne di neopaganesimo o di stregoneria il termine acquisì un nuovo significato: il libro delle ombre diventerà un libro sul cammino spirituale della strega, la quale annoterà i propri incantesimi, rimedi naturali, riti  e invocazioni alla Dea e al Dio, creando così confusione tra due tipologie diverse di libro. Ciascun Libro delle Ombre nella wicca gardneriana (e nelle tradizioni strettamente derivate, come la wicca alexandriana) può essere modificato e ampliato, ed i rituali possono essere rielaborati, ma il nucleo originario deve essere sempre trasmesso nella sua integrità ad ogni nuovo iniziato.

UN PO DI STORIA

Gerald Gardner introdusse il Book of Shadows all’inizio degli anni 50, per gli iniziati alla sua prima congrega, la Bricket Wood Coven, come manuale-ricettario di incanti e di riti. Affermò che l’uso di questo tipo di testi discendesse da antiche tradizioni e fosse tipico del culto stregonico dell’antica religione, a cui egli era stato iniziato.

Doreen Valiente ha sostenuto che Gardner trasse ispirazione per il titolo da un omonimo The Book of Shadows, pubblicizzato nel 1949 sulla medesima rivista che promuoveva anche il suo High Magic’s Aid. The Book of Shadows, scritto dal palmista indiano Mir Bashir, trattava di un antico manuale in sanscrito sulla divinazione basata sulla lunghezza delle ombre delle persone.

Un manoscritto rilegato in cuoio intitolato Ye Bok of Ye Art Magical fu in seguito ritrovato tra gli effetti personali di Gardner, lasciati nel suo Museo della Stregoneria, poi venduti da Monique Wilson a Richard e Tamarra James della Wiccan Church of Canada. Aidan Kelly fu il primo ad aver modo di studiare approfonditamente il manoscritto e di confrontarlo con il Libro delle Ombre in suo possesso.

Il confronto fra i due testi permise di evidenziare le fortissime influenze sul Libro delle Ombre originale della ritualistica derivante dalla magia cerimoniale, in particolare dall’Ordo Templi Orientis di Aleister Crowley. Molti studiosi considerano questa evidenza documentale come ulteriore prova che Gardner concepì l’idea del primo Book of Shadows tra il 1946 e il 1949, dandogli solo successivamente il nome che conosciamo adesso.

Nel 1953 Doreen Valiente fu iniziata alla Bricket Wood Coven e in seguito ne divenne l’alta sacerdotessa. La Valiente notò subito le varie influenze presenti nel Libro. Del resto lo stesso Gardner le confidò che le ritualistiche apprese dalla coven di New Forest erano piuttosto scarne e frammentarie e che aveva dovuto integrarle prendendo spunto da elementi mutuati dalla magia cerimoniale e da Aradia, o il Vangelo delle Streghe di Charles Godfrey Leland.

Con il consenso di Gardner, la Valiente riscrisse totalmente ampie porzioni del Libro, eliminando soprattutto le maggiori e più evidenti influenze e fraseologie crwoleyane. La Valiente, facendo ricorso alle sue doti letterarie e poetiche, riscrisse in particolare alcune delle parti più importanti della ritualistica, come “l’Incarico della Dea”, tuttora ampiamente utilizzato.

L’INCARICO DELLA DEA

 

“Ascoltate le parole della Grande Madre; colei che nell’antichità era chiamata fra gli uomini Artemide, Astarte, Athena, Dione, Melusine, Afrodite, Cerridwen, Dana, Arianrhod, Iside, Bride, e con molti altri nomi.”

“Ogni volta che avrete bisogno di qualcosa, una volta al mese, e meglio quando la Luna è piena, allora vi riunirete in un luogo segreto ed adorerete il mio spirito, lo spirito di colei che è la Regina di tutte le Streghe.
Lì vi riunirete, voi che desiderate imparare tutte le stregonerie senza averne ancora carpito i segreti più profondi: a costoro io  insegnerò cose ancora sconosciute.
E sarete liberi dalla schiavitù; e come segno che siete realmente liberi, sarete nudi nei vostri riti; e danzerete, canterete, farete festa, suonerete e farete l’amore, tutto in mia lode.
Perché mia è l’estasi dello spirito, e mia  è anche la gioia sulla Terra; perché la mia  Legge è l’amore per tutti gli Esseri.

Tenete puri i vostri più alti ideali; lottate per conquistarli; non permettete a nulla di fermarvi o di farvi deviare.
Perché mia  è la porta segreta che si apre verso la Terra della Giovinezza e mia  è la coppa del Vino della Vita, e il calderone di Cerridwen, che è il Sacro Grail dell’immortalità.

Io sono la graziosa Dea che elargisce il dono della gioia nel cuore dell’uomo. Sulla Terra, io  dono la conoscenza dello spirito eterno; e dopo la morte, io dono pace e libertà, e l’incontro con quelli che partirono prima.
Ed io non richiedo sacrifici, perché ricordate: io sono la Madre di tutti i Viventi, e il mio  amore si riversa su tutta la Terra.”

“Ascoltate le parole della Dea delle Stelle, i cui piedi danzano tra la polvere degli astri; colei il cui corpo racchiude l’Universo intero”

“Io che sono la bellezza della terra verdeggiante, e la bianca Luna circondata di stelle, e i misteri delle acque, e il desiderio nel cuore dell’uomo, io chiamo le vostre anime. Svegliatevi, e venite me.
Perché io sono l’anima della natura che dà vita all’universo. Da me tutte le cose provengono, e a me tutte le cose devono ritornare; e di fronte al mio volto, amato dagli dei e dagli uomini, lasciate che il vostro più profondo Sé divino sia avvolto dell’estasi dell’infinito.

Lasciate che la mia adorazione risieda nel cuore che gioisce; perché ricordate, tutti gli atti di amore e di piacere sono rituali in mio onore. E per questo fate sì che in voi vi siano bellezza e forza, potere e compassione, onore ed umiltà, gioia e rispetto.

E voi che pensate di cercarmi, sappiate che il ricercare e l’anelare non vi servirà, se non conoscerete il mistero: che se quello che cercate non lo trovate dentro di voi, allora non lo troverete mai fuori da voi.
Perché ricordate, io sono stata con voi sin dall’inizio; e io sono ciò si ottinene alla fine del desiderio.”

Doreen Valiente

 


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