L’Ayurveda fa parte delle antiche scienze vediche dell’India la cui esistenza risale all’inizio dei tempi. Se ne possono trovare tracce fin dal 5.000 A.C. È un sistema di medicina dinamico e globale che considera l’esistenza individuale come qualcosa di non separato dalla natura. Ha goduto di grande prestigio, così come ha rischiato di scomparire nel corso dei secoli, ed è un miracolo che l’immensa mole di informazioni tramandata da saggi e studiosi come Caraka e Agnivesha sia sopravvissuta alle ingiurie del tempo. (Maya Tiwari)

Nella scienza nutrizionale dell’Ayurveda (आयुर्वेद) , le spezie hanno un importante ruolo tra cui la capacità di rendere salutare le pietanze e, ancora più importante, assistono all’equilibrio dei tre dosha.

dosha ( दोष) sono le tre sostanze vitali presenti nell’apparato psico-somatico di ogni persona, che hanno dato luogo alla «dottrina del Tridosha» ( त्रिदोषोपदेश). Esse sono: Vata, Pitta e Kapha.

La salute consiste nell’equilibrio fra i tre fondamentali dosha o bio-elementi corporei, (VataPitta e Kapha), formati dai cinque elementi che compongono l’universo, cioè fuoco, aria, acqua, terra ed etere.

  • Vāta è l’energia cinetica, dalla qualità secca, leggera, fredda, dura, sottile ed instabile. È composta dagli elementi aria + etere. Governa tutti i movimenti nel corpo, che si muove grazie alle proprietà vata. Il dolore è la caratteristica del vata squilibrato. Alcune delle malattie legate al vata squilibrato sono flatulenza, gotta, reumatismi, nonché iperattività e ipertensione.
  • Pitta è l’energia del metabolismo e della trasformazione, composta dagli elementi acqua + fuoco. È caratterizzata da calore, umidità, fluididità, acidità e leggerezza. La sua qualità principale è il calore. È il principio energetico identificabile con la bile, impiegata per controllare la digestione e migliorare il metabolismo. Una pitta squilibrata dà luogo principalmente ad un eccessivo calore corporeo o ad una sensazione di bruciore e arrossamento, tradotti sul piano psicologico come irritabilità, scoraggiamento, e perfezionismo.
  • Kapha è l’energia della coesione, composta da terra + acqua. È oleosa, pesante, fredda, morbida, stabile, lenta, viscosa e apportatrice di sostanze nutritive. È l’elemento nutriente del corpo. Tutti gli organi tenui sono costituiti da kapha e svolgono un ruolo importante nella percezione del gusto insieme al nutrimento e alla lubrificazione. Sintomi di uno squilibrio kapha sono stanchezza, apatia, pesantezza e pigrizia.

Ognuno dei tre dosha può inoltre assumere cinque tipologie diverse di manifestazione.

Nel complesso, i dosha dominanti nell’individuo, che possono essere anche due, o persino tutti e tre insieme, ne determinano le tendenze, i punti di forza e di debolezza. La terapia prescritta dal vaidya, cioè dal medico ayurvedico, consiste generalmente in uno stile di vita conforme e ad un’alimentazione ponderata. Tale dieta è stabilita in base al dosha maggioritario di ciascuno, tenendo conto dei ritmi della natura che sottostanno anch’essi all’influenza dei dosha. I cibi vengono classificati in base alle loro caratteristiche e al loro impatto positivo o negativo sui dosha al fine di un loro riequilibrio.

Più dosha dominanti

In tutte le persone sono presenti tre i dosha e, naturalmente, nessuno corrisponde a un solo tipo. L’Ayurveda, uno dei più antichi sistemi medici del mondo, considera l’uomo come un tutt’uno di corpo, mente e anima.

Spezie adatte ai tre dosha

Tipi vata
Per le persone con costituzione vata le spezie migliori sono quelle dolci, riscaldanti e calmanti.

  • anice
  • arnica
  • aneto
  • rosa canina
  • zenzero
  • cardamomo
  • lavanda
  • noce moscata
  • origano
  • liquirizia
  • timo
  • vaniglia
  • ginepro
  • cannella

Tipi pitta
Le spezie da preferire sono, in questo caso, quelle leggermente amare, armonizzanti.

  • coriandolo
  • cumino
  • curcuma
  • melissa
  • menta
  • prezzemolo
  • zafferano
  • liquirizia

Tipi kapha
Hanno effetti positivi sulla costituzione kapha le spezie stimolanti.

  • basilico
  • peperoncino
  • galanga
  • chiodi di garofano
  • zenzero
  • aglio
  • rafano
  • curcuma
  • menta
  • noce moscata
  • pepe
  • rosmarino
  • salvia
  • senape
  • ginepro

Terapie ayurvediche

L’Āyurveda viene dichiarata eterna perchè non ha inizio, perchè si occupa delle tendenze innate derivanti dalla natura e perchè la natura della materia è eterna. Infatti non vi fu mai un’interruzione nella continuità della vita o nella continuità dell’intelligenza. L’esperienza della vita è perenne.


Charaka Samhita, Su. 30, 27.

L’Ayurveda prevede la propria terapia attraverso 5 azioni differenti volte a riequilibrare i dosha, quando necessario, o rafforzarli lavorando sullo stato di vikriti (malattia, squilibrio) al fine di ripristinare la prakriti (salute, equilibrio) della persona. Queste azioni comuni, che differiscono in tipo da una persona a un’altra anche quando hanno la stessa patologia, secondo i propri Dosha sono:

  • Trattamenti da eseguire con olii medicati o polveri d’erbe presso un Terapista qualificato, alcuni dopo essere stati visitati da un Vaidya (Medico Ayurvedico).
  • Sostanze erboristiche naturali da assumere sotto forma di pastiglie o tisane secondo prescrizione.
  • Consigli alimentari corretti a seconda del proprio Dosha (‘Lasciate che il cibo sia la vostra medicina e la vostra medicina sia il cibo’ – Ippocrate).
  • Piccole abitudini di vita che possono davvero fare la differenza.
  • Esercizio fisico appropriato solitamente yoga e tecniche di rilassamento e respirazione profonda.

Tutto ciò che è antico non è necessariamente vero; tutto ciò che è nuovo non è necessariamente privo di difetti. Per il saggio entrambi sono accettabili solo se superano prove di validitaà. Chi è privo di saggezza sarà sviato dall’opinione altrui .


(Malavikagnimitra)

Un pizzico di “scienza e magia”

“Cannella bruna e calda quanto la pelle per aiutarti a trovare qualcuno che ti prenda per mano. Seme di coriandolo, sferico come la terra, per farti vedere chiaro. Zenzero per il coraggio profondo di chi sa quando dire no…”


(“La maga delle spezie” – C.B.Divakaruni)

CANNELLA

Il nome di questa spezia, forse una delle più antiche, prende origine dalla forma a piccola canna che assume quando è essiccata per la conservazione e  indica la parte interna della corteccia dei rami giovani di due diverse piante: il “Cinnamomum zeylanicum” e il “Cinnamomum cassia”. La prima, di color nocciola chiaro, dall’aroma penetrante ma delicato, è chiamata “cannella vera”, “cannella regina” o “cannella di Ceylon (Sri Lanka)”, ed è molto più pregiata della “cassia”, cannella cinese di colore bruno rossiccio dall’aroma più forte.  Già usata dagli antichi Egizi nel 3000 a.C. per le imbalsamazioni, oggi la cannella è apprezzata non solo per l’aroma dolce e delicato, ma anche per i suoi effetti sull’organismo.  In medicina è rinomata come stimolante e per curare disturbi come raffreddore, indigestione e  reumatismi.  Rinfresca l’alito e ha qualità antinfiammatorie.

CUMINO

Spezia originaria della Siria, il cumino ha un caratteristico sapore amaro e un odore forte e dolciastro per via dell’alto contenuto in oli essenziali. I semi di cumino sono una buona fonte di ferro, sono tradizionalmente considerati benefici per il sistema digestivo e possiedono proprietà anti-cancerogene.

PEPE NERO

Il re delle spezie, l’oro nero, è una pianta nativa dell’India meridionale che oggi produce circa il 50% del pepe coltivato in tutto il mondo. Nessun’altra spezia, al pari del pepe nero, spinse alla ricerca di nuove vie commerciali verso l’Oriente, tanto che per secoli rappresentò una merce di scambio di altissimo valore. E’ un rimedio della medicina ayurvedica per favorire la digestione e stimolare il metabolismo.

CURCUMA

La curcuma, un rizoma simile allo zenzero, era un tempo usato in India come colorante. Ha proprietà antisettiche, antibiotiche, cicatrizzanti e antinfiammatorie. La tradizione le attribuisce inoltre un’importante azione antiossidante per uso esterno nei problemi di invecchiamento della pelle. Le donne indiane infatti si spalmano spesso il viso con la polvere di curcuma, ritenuta anti-macchie e anti-rughe. In ambito rituale simboleggia purezza e fertilità ed è utilizzata sia per atti di devozione che come cosmetico in occasione di nozze e compleanni.

CORIANDOLO

Coriandrum è una parola latina che trova le sue radici nella parola greca korios, ovvero “cimice”, seguita dal suffisso -ander (somigliante), in riferimento alla somiglianza dell’odore (puzza) emanato dalla pianta quando sfregata. In medicina può essere usato come infuso contro dolori di stomaco ed emicranie. Aiuta la digestione e ha una funzione anti-diarroica.

PEPERONCINO

Gli indiani adorano il peperoncino. Il peperoncino verde, oltre che in cucina, viene utilizzato anche come amuleto da appendere all’uscio di casa per scacciare gli spiriti cattivi.

ZENZERO

Studi scientifici hanno dimostrato che lo zenzero ha proprietà digestive, antiossidanti, anticancro, antinfiammatorie, antinausea e anticoagulanti. E’ un efficace rivitalizzante ed è impiegato anche come afrodisiaco. 

Frasi del libro di Chitra Divakaruni

Shalparni
“Mi metterò sulla lingua un po’ di shalparni, erba della memoria e della persuasione, e salmodierò le parole antiche.”
(Proprietà: la polvere di questa pianta, è uno dei più potenti regolatori dei tre dosha. Shalparni, è il nome sanscrito, ma per le sue proprietà e gli usi magici va cercato il nome latino desmonium gangeticum).
Giacinto d’acqua
“Foglie di giacinto d’acqua applicate sui palmi per trasformare il tocco delle mani in oro.”
Amchur – polvere di mango
“E questo, – apro un coperchio e mi lascio scivolare tra le dita la polvere sottile, – è amchur. Fatto con sale nero e mango lasciato seccare e poi pestato, serve per curare le papille gustative, restituisce l’amore per la vita.”
“amchur (polvere di mango) per prendere la decisione giusta”

“brucerò incenso di fiori di champak (frangipane) per dare armonia alla tua casa”

“Gli preparo una polvere di mandorle e zafferano da far bollire nel latte. ‘Lo deve bere tutta la famiglia prima di coricarsi, – raccomando. – Per addolcire pensieri e parole, per ricordare l’amore sepolto sotto l’ira.'”

“In una ciotola mescolo latte bollito e polvere di foglie di neem* per sconfiggere le malattie. Applico la crema sul collo, sugli zigomi, sulle occhiaie. Mi massaggio i capelli con polpa di ritha (saponaria) ammorbidita nell’acqua, me li avvolgo in una crocchia grigia sulla sommità del capo.”
*Azadirachta indica, albero le cui foglie hanno proprietà medicamentose, come l’olio ricavato dai semi

“Raven, stasera metterò sul mio davanzale l’amritanjan*, un unguento di freddo fuoco, di ghiaccio bollente. Ti farà sudar via il dolore e, cosa ancora più tremenda, il ricordo del dolore, che noi esseri umani sembriamo incapaci di scrollarci di dosso.”
*Unguento di ambrosia, pomata a base di erbe usata per lenire il dolore.

“Ridurrò in polvere mandorle e chyavanprash* per darti forza, fisica e spirituale, e li metterò sulla soglia perchè il vento li porti alla casa di donne in cui aspetti.”
*è una preparazione ayurvedica che serve per dare forza e purificare il sangue 
cardamomo che “apre gli occhi” e “evoca i sogni”… entrambe proprietà legate alla sfera profonda, alla Visione. 
RADICE DI LOTO 

Unguento di radice di loto spalmato sui capezzoli per avere gli uomini ai piedi, più docili degli schiavi.” 
“Un tola (forma di misurazione) di radice di loto bruciato alla sera con prishniparni, poche parole pronunciate nel modo giusto, e lui non saprebbe più starmi lontano.”

“Radice di loto, padmamul, afrodisiaco” 
“Riempio di polvere di radici di loto, erba dell’amore duraturo, un minuscolo sacchetto di raso.” 

“prendi quest’amla (mirabolano) per un altro tipo di resistenza. Amla di cui anche io avrei bisogno certe volte per aiutarmi a sopportare il dolore che non si può eliminare, un dolore che cresce lento ed enorme quanto una nuvola monsonica capace di oscurare il sole.”

“Chiederei ad altri, abhrak e amlaki (mirabolano, Phyllanthus emblica), mica e mirabolano, di cancellare le rughe e colorare d’ebano i capelli e rassodare le carni flaccide. E mi rivolgerei al sovrano di tutti, il makaradwaj (è un tonico ayurvedico per curare le malattie nervose. Dà forza e vigore, e migliora l’aspetto riequilibrando i sette elementi del corpo ) capace di ridare la giovinezza, che gli Ashwini Kumar, figli del sole, medici gemelli degli dèi, diedero al discepolo Dhanwantari medico degli dèi “nato dall’oceano primigenio con una coppa di nettare in mano; secondo la tradizione, ricevette direttamente da Brahma la conoscenza della medicina ayurvedica, e fu in seguito divinizzato come dio della medicina” ), per renderlo il più abile dei guaritori. Il makaradwaj, da usare sempre con la massima cautela perchè anche una sola dose di troppo può dare la morte”

«La trigonella dura come una manciata di sassolini vi sta al centro del palmo, compatta e densa, color della sabbia sul fondo di un vecchio torrente»«Se la tengo tra le mani, la spezia mi parla. Ha una voce di crepuscolo, sembra riecheggiare l’inizio dei tempi» come quelli, armonici, delle diverse preparazioni; e intreccia i nostri sensi, li scioglie, li trasforma in qualcosa di diverso e di magico , e questa sinestesia «Il peperoncino canta con la voce di un falco che sorvola in cerchio monti calcinati dal sole dove non cresce nulla»
Spezie che ridonano dolcezza al corpo, rendendolo nuovamente capace di amare, e riportano la bellezza nella vita quando si è perso ogni interesse per il mondo…

«La risata dell’Antica echeggia col suono delle foglie secche che scricchiolano sotto i piedi.» 
Spezie che suggeriscono vie per intuire perdute armonie…


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