SANTA LUCIA 13 dicembre

 “..il cielo fu ornato poi di corpi luminosi, ma vi fu bisogno di creare la Luna, come fiaccola intermedia tra l’alto e il basso, la quale dopo avere ricevuto le influenze celesti le trasmette alla terra.”

Ermete Trimegisto

Gli antichi popoli nordici consideravano la notte fra il 12 e il 13 dicembre l’inizio del mese di Yule: da questo momento in poi le tenebre ammantavano minacciose il mondo, riflettendo il caos primordiale, colui che precede la creazione per attenuarsi con la nascita del sole bambino.

Le popolazioni dell’Europa centrale conoscono anche un’ultima fase, che va dal 6 gennaio all’ultima settimana del mese. L’ultimo giovedì del mese vi è l’usanza di bruciare in un grande falò la Giöbia o Giubiana, figura archetipica che altro non rappresenta la «Vecchia Invernale», la cui eliminazione rituale segna la fine della regressione nel caos-oscurità e quindi l’inizio dell’anno. Etimologicamente, la sua denominazione deriva dal complesso «Diana-Jana-Janua», dea della porta-transito dell’anno nuovo, così come il suo omologo maschile Giano-Janus, dio degli inizi e del primo mese dell’anno, Gennaio.

Nella tradizione scandinava, la notte del 13 dicembre, Lussinatt, è la notte più lunga dell’anno e la più buia e pericolosa. Si ritiene che questa notte sia governata da Lussi («Luce»), uno spirito femminile considerato anche come Madre/Regina degli spiriti dell’Aldilà e di entità quali elfi, gnomi, fate e troll, che essa conduce dietro di sé in una processione fantasma. Per tradizione il mese di Yule è il periodo dell’anno in cui il confine tra il mondo dei vivi e il mondo dei morti non è definito, ragion per cui viene considerato come il più pericoloso dell’anno. Probabilmente questa processione è connessa con il più noto Dianaticus, corteo di anime dannate e di esseri fatati condotto dalla dea Diana, omologa in questo periodo dell’anno alla «Vecchia d’Inverno» Bertha/Pertcha.

Ad ogni modo si credeva che, durante la Langnatt, i bambini che non si erano comportati bene venissero rapiti da Lussi e, dopo essere stati condotti su per il camino, venivano condotti nel mondo dei morti. Probabilmente questa credenza è connessa con la funzione distributiva della Befana che, se da una parte porta regali ai bambini che si sono comportati bene, dall’altra punisce gli altri portando loro il carbone. Si narrava anche che questa fosse l’unica notte dell’anno in cui gli animali potessero parlare.

Con l’avvento del Cristianesimo la «Lunga Notte» diventò la celebrazione di una santa siracusiana martirizzata durante il IV secolo: S. Lucia, il cui nome ha la stessa valenza “luciferina” di Lussi. S. Lucia, ornata di una corona di candele (in numero di 4 o di 12, come le stagioni o i mesi dell’anno), simboleggia letteralmente la «Portatrice di Luce».

Lussi appare come la «Madre del Sole Nuovo» e per questa ragione, sebbene descritta come una terrificante anziana-strega, è denominata «Luce».

Molta della simbologia antica è scomparsa ma nella nuova veste cristiana, vi è da sottolineare l’aspetto “terrifico” che la santa mantiene, in connessione con la divinità pagana Lussi. Si ritiene infatti che i bambini non possano guardare S. Lucia mentre questa giunge nella loro dimora portando con sé i doni. In caso contrario li avrebbe puniti gettando nei loro occhi della cenere, causa di cecità.

S.Lucia appare privata degli occhi, tenuti in mano. Ciò ha una valenza simbolica: gli occhi, simbolo solare, sono rimossi in quanto il Sole in questo periodo dell’anno sembra morire, scomparendo nelle tenebre invernali. Rinascerà solo la notte di Yule, il 25 dicembre con il sole bambino. Un’altra divinità legata a S. Lucia è la grande dea Brigit che viene identificata con la tipica veste bianca e la corona di luci posta sul capo come la santa. La dea Brigit è una divinità celtica, signora e madre della luce ardente, del rinnovo primaverile e delle arti. La radice del suo nome proviene da “breo” che significa “luminoso”. Spesso viene rappresentata con una fiamma sopra la testa oppure con una corona vegetale con 13 candele.

Mentre in Irlanda la dea fu sincretizzata con Santa Brigida in Italia divenne Santa Lucia.

Nel 304 d.C. una fanciulla di religione cristiana fu torturata e giustiziata ma furono tessute sul suo corpo le vesti dell’antica Dea delle luci dai mille nomi e dai mille volti.


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