La leggenda popolare vi intesse intorno il suo mondo di spiriti e di folletti, tanto che, nella notte, chi vi si attarda, sente salire dai trabocchetti rumori strani, tonfi e vagiti paurosi di anime chiedenti pace

Tommaso Molari

Quando la luna è piena e il vento fischia forte, mi sollazzo a viaggiare fra le imperiture montagne e le valli incantate. Fra boschi, rocce e palazzi, di tanto in tanto mi soffermo sulle antiche rovine dalla storia incompiuta.

Castello di Montebello di Torriana (RN)

Girando per le Marche, alla corte dei Montefeltro di Urbino, visitai l’antica Pietrarubbia, per poi perdermi fra gli incantevoli paesaggi di San Leo, San Marino e, infine, mi soffermai in un luogo assai più contenuto ma altrettanto misterioso dei territori romagnoli: il Castello di Montebello di Torriana (RN).

Voi sapete che sono una streghetta curiosa; non per nulla sono Meroe! In concomitanza del solstizio d’estate, mi sono imbattuta in una leggenda, avvolta nel mistero: la leggenda di Azzurrina.

Nata intorno al 1370, Azzurrina (nota all’anagrafe umana col nome di Guendalina) sarebbe stata figlia di Ugolinuccio o Uguccione di Montebello, feudatario di Montebello di Torriana, e sarebbe prematuramente scomparsa il 21 giugno del 1375, il giorno del solstizio d’estate.

Si dice che fosse una fanciulla vivace ed albina. Poiché la superstizione popolare dell’epoca collegava l’albinismo con la stregoneria, la madre decise di tingerle periodicamente i capelli di nero. Tuttavia, i capelli albini della giovane non riuscivano a trattenere il pigmento dell’epoca, meno penetrante delle tinture per capelli moderne da me brevettate. La chioma della bimba acquisì così riflessi celesti come i suoi occhi: da questo il suo soprannome di “Azzurrina”. Celata dal padre allo sguardo del mondo, per proteggerla dalle dicerie popolari, la gente pensò inevitabilmente che fosse un fantasma, un demone, una strega e chi più ne ha più ne metta!

Dipinto di Azzurrina c/o il Castello di Montebello

… aveva gli occhi color del cielo e i capelli chiari coi riflessi azzurrini …

Ghiacciaia Sotterranea

Si dice che il 21 giugno del 1375, Azzurrina, sempre vigilata da due armigeri, giocasse nel castello di Montebello di Torriana con una palla di stracci mentre fuori infuriava un temporale. La bambina inseguì la palla caduta dalla scala all’interno della ghiacciaia sotterranea, nell’intento di recuperarla. Avendo sentito un urlo, le guardie accorsero nel locale entrando dall’unico ingresso, ma non trovarono traccia né della bambina né della palla, e il suo corpo non fu mai più ritrovato.

La leggenda vuole che il fantasma della bambina sia ancora presente nel castello e che torni a far sentire la sua voce ogni cinque anni, in concomitanza con il cadere del solstizio d’estate.

… e si narra che, allo scadere del solstizio estivo di ogni lustro, un suono proveniente da quel sotterraneo cunicolo si faccia ancora sentire.

La leggenda di Azzurrina è stata tramandata oralmente per quasi tre secoli, probabilmente venendo di volta in volta distorta e modificata. Nella prima metà del 1600 un parroco romagnolo nei pressi di Rimini scrisse una raccolta di leggende e storie popolari della bassa Valmarecchia, e su quel documento per la prima volta comparve la storia di Azzurrina. Il titolo però era “Mons belli et Deline” (Montebello e Adelina) e in tutto il racconto non fece mai il nome di Guendalina, bensì di Deline (diminutivo di Adele o Delia).
Adele, Delia e Adelina erano nomi femminili ampiamente diffusi al tempo in tutto il nord Italia, al contrario di Guendalina, che pur essendo stato coniato intorno al 1150, era tipico del nord Europa.

La “favola” della storia

Tutto ebbe inizio nel castello di Gradara, famoso per essere stato scenario dell’amore proibito di Francesca da Rimini e Paolo Malatesta (i famosi Paolo e Francesca della Divina Commedia di Dante) ai danni del fratello di Paolo, Giovanni Malatesta detto “Ciotto”, un uomo anziano e dai modi burberi. Dopo un secolo dall’adulterio finito male per i due amanti, il castello fu ereditato dalla bella Costanza Malatesta che per alcuni anni vi dimorò assieme al suo marito Uguccione Della Faggiola.
Il loro matrimonio fu celebrato per volere di Papa Urbano VI affinché i due casati romagnoli smettessero di farsi guerra e per fare in modo che quell’unione giovasse al potere della Chiesa con una solida alleanza militare. Per questo motivo si può facilmente immaginare che i due non fossero innamorati pazzi l’uno dell’altra, specialmente da parte di Costanza che era una giovane fanciulla molto attraente e desiderata, al contrario di Uguccione che veniva sempre descritto come brutto, basso, tozzo e dal carattere scorbutico.
Per questo motivano, al tempo, giravano voci sull’infedeltà di Costanza, che durante i numerosi viaggi del marito si consolava con fugaci rapporti amorosi con gli ospiti del castello e qualche romagnolo delle campagne circostanti.
Secondo gli storici fu questo il motivo principale per cui Uguccione decise di trasferirsi assieme a Costanza al castello di Montebello: cambiando zona sperava che quelle indiscrezioni si attenuassero. Costretto a numerosi allontanamenti dal castello per motivi politici e sociali, Uguccione commissionò al suo stesso zio le faccende del castello e sopratutto gli diede il compito di sorvegliare la bella Costanza.
Sotterfugi chiamano sotterfugi e la bella castellana venne avvertita dai servitori di essere spiata, così passò ad “ammaliare” le stesse guardie del castello, affinché allentassero i controlli e le permettessero di placare i bollenti spiriti con gli avventurieri.
Nel 1375 fu trovata nel letto a concupire con un mercenario tedesco, tale Ormanno: la guardia però, invece di informare il suo padrone, ebbe pietà della bellissima fanciulla e nel dicembre dello stesso anno Uguccione presentò al popolo la sua primogenita, una bambina dai capelli color dell’oro.
Dagli archivi storici risulta quindi che la piccola non fosse albina come vuole la leggenda: in un manoscritto ritrovato da un frate ospitato alla corte dei Guidi di Bagno, Azzurrina era bionda, a dispetto dei suoi famigliari tutti di capelli scuri e carnagione mediterranea. Era chiaro che la bambina non fosse figlia di Uguccione.
Lo stesso Uguccione non volle riconoscere la piccola come parte del suo sangue. Tuttavia, Uguccione aveva bisogno di un figlio maschio ed era disposto a tollerare Costanza fino a quando non gli avesse dato ciò che voleva.
Quando Azzurrina aveva circa 3 anni le malelingue sull’infedeltà di Costanza raggiunsero anche il castello di Montebello e la bambina veniva sempre additata come la dimostrazione. Fu così che Uguccione ordinò alla bambinaia di tagliare i capelli della piccola e di nasconderli con un copricapo.
Secondo gli storici i capelli di Azzurrina si tinsero di un celeste-verdognolo a causa della tinta bluastra derivata dalla pianta del guado di cui era colorato il copricapo della bambina. Uguccione gradì la novità azzurrognola, che avrebbe nascosto la sua “vergognosa chioma bionda” e gli avrebbe dato modo di inventare la scusa che la bambina stava mutando i capelli scurendoli come ogni membro della sua casata.
La vita di Azzurrina giunse però a poco più di 7 anni, quando Uguccione ebbe un figlio maschio da una concubina. Nel dicembre del 1383 la bambina scomparve misteriosamente dal castello: la storia non porta a fatti plausibili, ma si pensa che lo stesso Uguccione abbia assoldato un sicario per far sparire il frutto dell’adulterio di Costanza e seppellire il corpo nella campagne circostanti.
Una volta liberatosi dell’improbabile figlia Uguccione ripudiò Costanza e la confinò nel castello di Gradara, dove la donna venne assassinata il 15 ottobre 1378, anche qui molto probabilmente su ordine del marito.

Evenoire – I will stay (Canzone dedicata ad Azzurrina)

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