“Tutto ciò rendeva Praga, nella sua meravigliosa bellezza, una città piena di incanti e di spettri, e faceva di essa il simbolo dei vuoti e delle ombre della vita e soprattutto della nostalgia per tutto ciò che ad essa manca”.

“Tutto ciò ne ha fatto la città per eccellenza dello spaesamento, dello sradicamento, della perdita, tanto più sentiti quanto più tenace e vitale è l’attaccamento al vicolo, alla bettola, al piccolo dettaglio amato che balena nell’incubo e nel delirio del sogno”.

C. Magris, Fortune e sfortune di un trittico. Una storia quasi praghese, in: J. Urzidil, Trittico praghese, Milano, Adelphi, 1993.

Praga è una delle città più belle e misteriose che si possano visitare. Leggende, miti e arte si fondono in un turbinio di emozioni. Centro principale del regno di Boemia prima e Capitale del Sacro Romano Impero poi, Praga ha guidato con autorità il paese sia nel periodo d’unita che dopo la divisione con la Slovacchia. Posizionata strategicamente fin dall’antichità è stata arricchita da diverse culture e stili in una stravagante unione di religioni, filosofie ed arti. La città dalla bellezza fiabesca ti abbraccia nel suo ventre materno per farti scoprire ogni suo segreto.

La bellezza di Praga si può definire unica e irripetibile e questo lo dimostrano anche i diversi quartieri: Hradcany, Mala Strana, Stare Mesto, Nove Mesto (ecc…) che si adagiano dolcemente intorno alla Moldava e che fino alla fine del 700 erano città indipendenti con stili diversi.
Praga è anche la culla di artisti immortali e scenario di opere musicali tra le più importanti al mondo come il Don Giovanni di Mozart o al Faust di Goethe o ancora alle trame Franz Kafka.

Praga è anche la città del “socialismo dal volto umano” che durante la guerra fredda fu fermato solo dai carri armati russi, ma è anche il teatro della “rivoluzione di velluto” che ha portato il paese fuori dal comunismo ed ha aperto con una ventata di libertà le porte della città.

Praga possiede in sé un fascino irresistibile: la sua bellezza antica non si ferma ai soli eventi conosciuti ma anche a quelli sconosciuti come il mistero e la magia fanno da padroni tra palazzi infestati, streghe e alchimisti,  storie violente e amori impossibili.

STORIA

Le prime notizie su Praga risalgono al IX secolo e parlano di un piccolo centro posto alla sinistra della Moldava, sul rilievo collinare attualmente occupato dal Castello. Fondata dal casato dei Premyslidi, la città cresce e si sviluppa, diventando dal XII secolo la residenza dei sovrani di Boemia. Con l’incoronazione di Carlo IV al vertice supremo del Sacro Romano Impero Praga – che ne è la capitale – raggiunge il massimo splendore: la nuova e prestigiosa Università la “città nuova” (Nove Mesto) sono solo alcune delle opere del sovrano. E’ il 1526 quando Praga – con l’intera Boemia – passa sotto la corona asburgica, dominio che durerà fino al 1918.
Dopo un periodo relativamente tranquillo la città viene turbata dalle vicende della Guerra dei trent’anni; l’episodio che segna l’inizio del conflitto avviene proprio in città ed è la “defenestrazione di Praga” (1618). Il paese si libera dal dominio imperiale nel 1918 quando nasce la Repubblica Cecoslovacca, la cui capitale è Praga. Dopo le drammatiche vicende dell’invasione russa a frenare la nascita di un “comunismo dal volto umano” durante la cosidetta “Primavera di Praga”, il paese torna a vedere la luce nel 1989 quando viene eletto il primo presidente non comunista – Vaclav Havel. Il 1993 è l’anno della pacifica divisione tra le due regioni dell’ex repubblica, che adesso formano due stati indipendenti: la Repubblica Ceca – capitale Praga – e la Slovacchia – capitale Bratislava.

ALCHIMIA E LEGGENDE

Per coloro che vogliono visitare “diversamente” la magica città di Praga io consiglio sempre di cambiare punto di vista e non compagnia! Gli occhi sono fatti per guardare ma il bello degli esseri umani è che possono vedere la stessa cosa in milioni di forme diverse. Cancellate per un’istante tutto ciò che vi hanno insegnato nelle scuole umane e provate a sentire le emozioni. Scrutate ogni angolo, cogliete ogni odore e immergetevi nella storia di una città eterna.  Fantasmi (come il turco di Ungelt, che pare si aggiri dietro la chiesa di Santa Maria con la testa mozzata della fidanzata in mano), apparizioni (quella del cavaliere che, ogni 100 anni, appare in via Platnérská), annegati (se un ragazzo tutto bagnato cerca di vendervi una bici nella parte del ponte Carlo che dà sulla città Vecchia, ignoratelo: è morto dopo essere caduto nel fiume cercando di rubare una delle prime bici in città, nel XIX secolo) e diavoli (nel tentativo di traviare i monaci del monastero di Emmaus, Satana si fece assumere come cuoco e riempì i cibi di pepe e spezie). Tra mito, leggenda e realtà, ecco i luoghi da brivido della città.

  • Chiesa di San Giacomo dall’ aspetto puramente gotico fu fondata nel 1232 per l’ordine dei Frati Minoriti, ristrutturata al tempo di Carlo IV e distrutta in un incendio nel 1689. L’interno in stile barocco è molto ricco e decorato e vi è posta al suo interno una scultura che rappresenta la Madonna; la tradizione vuole che un ladro si fosse introdotto nella chiesa per rubarne i tesori e, proprio mentre stava cercando di sfilare dalla statua della Vergine una catena d’oro, venisse bloccato da una forza soprannaturale, che non soltanto gli impedì di appropriarsene, ma gli strappò addirittura il braccio. Braccio che è rimasto ancora nella chiesa ed è appeso sulla destra dell’ingresso, a monito per tutti i malintenzionati ed i blasfemi.
  • Chiesa di San Nicola è il monumento principe di Malà Strana. L’esterno mostra le classiche forme del barocco. L’interno è un tripudio di colori, affreschi, statue e stucchi.  Alla realizzazione della chiesa lavorano anche architetti ed artisti italiani, tra cui Giovanni Domenico Orsi e Anselmo Lurago che ideò il campanile. Il piccolo quartiere è attraversato da un ruscello, un braccio della Moldava, denominato il Ruscello del diavolo. Il nome sembra derivare da una donna, “definita malvagia”, che in passato abitava nelle vicinanze della piazza principale di Malà Strana.
  • La statua equestre rovesciata di San Venceslao. Opera di David Černý, artista ceco contemporaneo. La trovate all’interno della galleria Lucerna, di fronte alle vetrate del caffè Kavárna Lucerna. Raffigura il Santo protettore della Boemia, mentre monta, al rovescio, un cavallo morto e appeso al soffitto per le zampe.
  • Orologio Astronomico di Praga si trova, invece, sulla torre della Piazza Vecchia ed è da secoli l’attrazione maggiore della città. Verso la fine del XV secolo il municipio di Praga incaricò il mastro orologiaio Hanus di aggiungere alcuni meccanismi e far così diventare l’orologio della torre, costruito nel 1410, il più bello d’Europa. Furono così aggiunte le statuette dei dodici apostoli che si affacciano alle finestrelle e, all’esterno, lo scheletro che rappresenta la Morte e le altre simbologie delle Virtù. L’orologio è composto di tre elementi principali: il quadrante astronomico, che mostra la posizione del sole e della luna nel cielo, visualizzando vari dettagli astronomici; il “Cammino degli Apostoli’, uno spettacolo di sofisticata orologeria che mostra le figure degli apostoli ed altre sculture in movimento; un quadrante a calendario con medaglioni che rappresentano i mesi. Ogni giorno, dalle 9 alle 21 , ad ogni ora gli apostoli si affacciano alle finestrelle e percorrono il loro ‘cammino’. La figura della Morte suona una campana e un gallo canta: così il tempo è terminato per il Turco che scuote la testa incredulo, l’Avaro, che guarda la sua borsa piena d’oro, e la Vanità, che ammira se stessa in uno specchio. Narra la leggenda che Il mastro orologiaio riuscì a fare un’opera così unica e preziosa, che i consiglieri comunali decisero di accecarlo, per evitare che facesse un’opera altrettanto bella in un’altra città. Il maestro, in punto di morte, chiese di poter ascoltare da vicino per l’ultima volta i meccanismi della sua creazione e con il suo assistente si arrampicò fino agli ingranaggi che muovevano l’orologio, qui toccò una leva e l’orologio si fermò, proprio nello stesso istante in cui Hanuš morì . Per molto tempo nessuno fu in grado di far funzionare quei complessi ingranaggi, così che Praga rimase a lungo senza il suo orologio.
  • Il Ponte Carlo è una delle mete principali dei turisti ed è anche molto amato dagli artisti locali, musicisti e venditori di souvenir, che vi collocano le loro bancarelle su entrambe i lati tutto l’anno. La statua più celebre lungo il ponte è forse quella di San Giovanni Nepomuceno, un martire ceco che fu giustiziato durante il regno di Venceslao IV venendo gettato dal ponte. La lapide sulla statua è stata consumata dall’enorme numero di persone che l’hanno toccata nel corso dei secoli, perché si dice porti fortuna e assicuri il proprio ritorno a Praga. In particolare, chi tocca il bassorilievo del cane, promette fedeltà, chi invece tocca quello con la figura del Santo nasconde segreti inconfessabili. Il momento migliore per attraversare il ponte è il tramonto, quando si può godere di una vista mozzafiato dell’intero Castello di Praga. Il Ponte Carlo, chiamato anche il Ponte di Pietra risale alla metà del 1300. Una leggenda che circonda il ponte, riguarda la data nella quale venne posta la prima pietra: il 9 luglio del 1357 alle ore 5,31. Il motivo di tale data ed orario in quel particolare momento è definita dalla sequenza magica 1.3.5.7.9.7.5.3.1. Sequenza di numeri dispari da uno a nove e viceversa. Secondo la tradizione è proprio questa sequenza (e non i tuorli aggiunti alla calcina durante la costruzione) a rendere indistruttibile nei secoli il ponte di pietra.
  • il Vicolo d’Oro si trova, alle spalle del monastero di san Giorgio, sotto le mura settentrionali del castello. Un tempo si chiamava “Vicolo degli orefici” perché era abitato proprio dagli artigiani orafi. Probabilmente è stato costruito tra la fortificazione romanica e tardo gotica della parte settentrionale del Castello. Infatti, nelle arcate delle mura di difesa, edificate attorno al 1500 da Benedikt Ried, sono state ricavate alcune casette, dietro le quali svetta la parte superiore delle mura di cinta.
    Nel XVI secolo, erano collocate le abitazioni di emergenza; sotto il regno di Rodolfo II, invece, il vicolo era abitato dai componenti della guardia del Castello: ventiquattro arcieri, con le famiglie al seguito. Il sovraffollamento costrinse gli abitanti a sfruttare lo spazio al centimetro; le case basse vennero sopraelevate, con piani anche inferiori ad un metro; le case vennero costruite anche sull’altro lato, riducendo la larghezza del Vicolo d’Oro a meno di un metro. Più tardi, qui vissero anche i poveri e gli indigenti. Dal 1952 al 1955 la via è stata interamente rinnovata con un progetto che le conferisce i vivaci colori che oggi potete vedere. Da quel momento è diventata un luogo pieno di turisti e le piccole case si sono trasformate in birrerie e negozi di souvenir, marionette e riproduzioni di armi medievali. In quelle case, oltre la storia c’è la leggenda. Nel 1800, inizia a diffondersi la convinzione che al tempo di Rodolfo II non ci fossero nel vicolo semplicemente degli orafi, ma addirittura degli alchimisti. L’imperatore li avrebbe portati lì durante il suo regno per fargli trovare l’elisir di lunga vita e la formula magica per trasformare i metalli poveri in oro. C’è un fondamento a questa credenza, non è tutta leggenda: l’imperatore Rodolfo II era davvero appassionato di arti magiche ed un uomo dalla personalità complessa, da molti considerato un folle. Il sovrano trasferì la capitale dell’impero asburgico dalla detestata Vienna alla sua amata Praga nel 1583 e vi fondò un’ “accademia alchimistica”, chiamando a raccolta nomi eccellenti della sua epoca come due famosi occultisti inglesi: John Dee ed Edward Kelley. Più che a questioni di regno, il sovrano manifestò interesse per la ricerca dell’eternità che, secondo il suo modo di pensare, si sarebbe concretizzata attraverso due cammini paralleli: quello delle Arti e quello delle Scienze, sublimantisi nella famigerata Pietra Filosofale. Per smascherare gli imbroglioni che ambivano ad avere un posto di alchimista imperiale Rodolfo d’Asburgo si valeva del suo medico personale, Šimon Tadeáš Hájek (o Taddeus Hagecius), così che diversi impostori finirono nelle segrete o, peggio, nella Torre Bianca che sorge nella parte occidentale del vicolo e che veniva in parte utilizzata come carcere e sala delle torture. Dopo la Seconda Guerra Mondiale, le casette non sono state più usate come abitazioni. Tra il 2010 ed il 2011, il Vicolo d’oro è stato sottoposto ad una ristrutturazione completa. Oggi, l’esposizione permanente allestita in nove delle sedici casette, documenta la vita nel vicolo negli ultimi cinque secoli. Tutti questi piccoli edifici raccontano la vita di personaggi realmente esistiti che vissero al loro interno tra il XIV secolo e gli anni cinquanta del XX secolo. Qui c’erano, ad esempio, la casa degli abitanti più vecchi del vicolo (i cosiddetti “tiratori rossi”, che sorvegliavano le porte del Castello), l’officina dell’orefice, una taverna, la casetta dell’erborista, o l’abitazione del signor Kazda, uno storico di film amatoriali che, durante l’occupazione nazista, nascose nel vicolo le copie dei film cechi dell’epoca ed, infine, la casa della famosa veggente e cartomante praghese Matylda Průšová.
  • Matylda Průšová nota anche come Madame De Thèbe fu la più celebre indovina di Praga, vissuta nel primo Novecento, prima di essere uccisa, per ordine di Hitler, durante l’occupazione nazista, per aver rivelato al Führer il suo destino e il prossimo crollo del Terzo Reich. Restando in ambito esoterico e tenendo ben presente che Praga rappresenta uno dei vertici del cosiddetto triangolo magico occidentale (gli altri sono Parigi e Lione), per tutti coloro che amano il brivido dei fantasmi e delle presenze inquietanti, consigliamo una visita al Ghost Museum: lo trovate sulla via principale, Mostecka 18, all’entrata di Mala Strana in un antico palazzo del XIV secolo.
    Questo museo offre ai visitatori una selezione dei più famosi fantasmi e leggende nel centro storico di Praga e tutti i contenuti della mostra sono basati interamente su documenti autentici. Se però volete veramente cimentarvi in qualcosa che abbia a che fare con ambientazioni reali e personaggi inquietanti, basterà unirsi ad uno dei ghost tour organizzati in notturna.
  •  Golem del quartiere ebraico. Il Golem è un essere artificiale, un gigante di fango che prende vita dal nome di Dio che gli vengono scritte in fronte o, vergate su un foglio e infilate in bocca. Col procedimento inverso è possibile invece farlo ‘morire’, togliergli vita e movimento. Sulla base di questi precedenti della tradizione, sono sorte nel corso dei secoli diverse leggende, nelle quali il Golem è stato talvolta una sorta di servitore domestico e difensore del suo padrone, talvolta un paladino degli ebrei contro le persecuzioni.
  • La casa di Faust al n.40 di Karlovo náměstí in Piazza Carlo.
  •  Museo degli Alchimisti di Jansky Vrsek, 8 nel bel mezzo di Mala Strana.
    All’interno del Museo si possono anche ammirare ricostruzioni, piuttosto verosimili, di oggetti e laboratori alchemici. Storte, alambicchi, sostanze misteriose e apparecchi fotovoltaici. Il tutto immerso in un’atmosfera suggestiva e un po’ macabra, che intende rievocare alcuni dei procedimenti principali dell’alchimia e della ricerca esoterica: dalla creazione dell’Homunculus artificiale di Paracelso, alla trasformazione dei metalli vili in oro puro. Le scene rappresentate ricostruiscono le esperienze occulte di Edward Kelley, un personaggio molto controverso, attorno al quale si è dipinto un indiscutibile alone di mistero; alcuni lo considerano un importante alchimista ed esoterista, altri lo reputano un ciarlatano truffatore. Il museo degli alchimisti è in gran parte costituito dalla torre nella quale Kelley compiva i suoi esperimenti e le sue ricerche.
  • Museo dell’alchimia – Speculum AlchemiaeHaštalská 795/1, 110 00 Praha 1-Staré Město. Storico laboratorio alchimistico situato nel cuore di Praga. Al suo interno, oltre la facciata di un semplice negozio si manifesta un vero e proprio laboratorio storico sotterraneo di 400 anni fà, mantenuto alla perfezione e ricco di dettagli e colpi di scena. 

VIAGGIO A PRAGA

by Strega Meroe

Era una notte buia e tempestosa e i fulmini andavano a decorarsi con argentei fiocchi di neve. Il campanile vibrava e piccole luci colorate delimitavano i festeggiamenti di un insolito Natale. Canti, suoni, risate e odore di vin brulè andava ad aumentare od ogni mio passo. Io ero un po raffreddata visto il mio lungo viaggio in scopa ma amavo l’idea di entrare a far parte di quella magica città! Appena arrivai nella grande piazza del campanile mi persi tra i disegni dei giovani artisti e i deliziosi dolci arrotolati. Ancora non avevo prenotato un hotel per dormire ma avevo “il fuoco sacro nel cuore” e per la prima volta ero emozionata ad andare alla ceca. In questo viaggio dovevo incontrarmi con Rudiger, il mio amico vampiretto, venuto appositamente per starmi accanto alla ricerca della pietra filosofale.

Passeggiando per le vie di Praga mi innamorati di tutto quello che vedevo: negozi di dolciumi infiniti, ambre dalle colorazioni verdi, cristalli e assenzi di ogni tipo e forma! Non ero abituata a così tanti colori. A differenza dei negozi la città era divinamente antica e grigia (proprio come piaceva a me) e la neve, come signora incontrastata, la stava trasformando sotto i miei occhi increduli. Era bellissima.

Camminai fin quando non vidi un hotel molto elaborato, e da quell’incontro, mi fermai comprendendo che doveva essere quello il luogo in cui avrei passato le mie notti. Si chiamava Hotel Taurus e si trovava nel quartiere Vinohrady 105 di Praga, a 1 km da Piazza Venceslao e a 100 m dalla fermata della metropolitana Jiriho z Podebrad. Gentilmente la signora mi fece accomodare nella mia stanza, e vi assicuro rimasi entusiasta! Mobili antichi, specchi enormi, terrazzo, finestrata all’inglese con poltrone abbinate… era tutto perfetto per me.

La signora prima di lasciarmi mi consigliò gentilmente cosa vedere e mi disse che l’hotel distava solo 300 m dal centro commerciale Flora e 500 metri era possibile vedere la Torre Televisiva di Zizkov, che vanta una cabina di osservazione alta 93 metri, con vista su Praga. A soli 350 m era situato il nuovo cimitero ebraico, che ospita la tomba del grande scrittore Franz Kafka.

Quella notte aspettai le 00.00 per l’arrivo di Rudiger e da bravo vampiro mi bussò alla finestra della stanza. Quando entrò nella camera mi strinse forte a sé per poi rapirmi nella notte.

Non vorrei annoiarvi con tutte le visite che ho fatto o tutti i luoghi che ho scoperto con il mio amico vampiro ma ho un’idea malsana ma divertente: “Se vi mettessi le foto nel mio tour alla ricerca della pietra filosofale?”

Non odiatemi ma è stato uno dei viaggi più lunghi che ho intrapreso e tra cibo e danze non ho avuto tempo per segnarmi tutto quello che ho fatto! Praga è una città che non dorme mai 🙂 Vi posso solo dire che al mio ritorno in Italia, sono tornata nuovamente giovane e ora indosso una bellissima gemma color smeraldo. Se mai mi incontraste per le vie di Bononia (momentaneamente sono venuta qua alla ricerca delle croci protettrici), ricordatevi che se vedrete una dama con al collo una gemma verde.. o pietra filosofale.. quella sono io!

Un consiglio di viaggio dato con il cuore: “Andate al di là di quello che vedete… provate ad essere liberi ed aperti con la mente e tutto verrà da sé. Non abbiate paura di cercare le streghe o i fantasmi, perché potrebbero stupirvi..! E se mai doveste vedere Praga innevata, esprimete un desiderio sul Ponte di Pietra e vedrete che si realizzerà.” by Strega Meroe

 


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